La finanza complementare nelle PMI

A cura di Alessandro Pistagnesi

La finanza alternativa, anche chiamata finanza complementare al credito bancario, è un tipo di finanza che avviene per canali disintermediati, che fanno leva direttamente sui risparmiatori, gestori di masse, fondi d’investimento, fondi professionali, ecc.

Dopo la crisi finanziaria del 2008, l’accesso al credito per le imprese è diventato sempre più difficile da ottenere e la pandemia non ha certo aiutato.

Al sostegno delle piccole medie imprese ci ha pensato però il mercato della finanza alternativa: in concomitanza con il Covid, infatti, i circuiti della finanza alternativa sono cresciuti notevolmente, spinti da una maggior consapevolezza degli imprenditori che ora intendono diversificare a loro vantaggio i canali di finanziamento. Questo perché le imprese si sono rese conto che, a causa di un sistema bancocentrico, è rimasto in stand by un potenziale enorme di risorse e, proprio per questo, si sono avvicinate a nuovi strumenti disponibili nel mercato dei capitali.

Di questi strumenti abbiamo parlato ampiamente nei nostri articoli pubblicati tra novembre e dicembre 2020 (Gli strumenti che la finanza alternativa mette a disposizione delle PMI – seconda parte; Gli strumenti che la finanza alternativa mette a disposizione delle PMI – terza parte) ma oggi vogliamo riprendere l’argomento sottolineando perché le aziende dovrebbero scegliere la finanza alternativa e qual è il contesto attuale per capire le possibili evoluzioni di questi strumenti.

Nata per sviluppare e far crescere le imprese, la finanza alternativa non è ancora sufficientemente conosciuta per i reali vantaggi a cui può portare, che possono essere così sintetizzati:

  • come prima cosa, permette di farsi conoscere nel mercato di investitori e fondi istituzionali; quindi, garantisce visibilità importante all’interno del mercato finanziario;
  • l’imprenditore normalmente lavora con più fornitori per acquistare materiale; tuttavia, non si rende conto di affidarsi ad un solo ente per la ricerca di finanza (ovvero il circuito bancario); quindi gli strumenti alternativi permettono di diversificare l’approvvigionamento al credito e allo stesso tempo essere visti positivamente da banche e investitori proprio per aver diversificato il rischio aziendale;
  • la finanza alternativa sostiene il cambio generazionale e crea indipendenza finanziaria per l’azienda: a seconda del tipo di investimento sarà lo stesso imprenditore a decidere se entrare nel mercato, in Banca o come utilizzare il proprio denaro;
  • questo tipo di finanza inoltre sostiene la crescita e lo sviluppo aziendale permettendo di portare avanti con successo progetti imprenditoriali importanti;
  • in questo modo l’azienda agli occhi di fornitori, clienti e mercato viene vista come una realtà organizzata ed evoluta, al passo con i tempi e capace di riadattarsi e cavalcare l’onda del progresso.

Il mercato della finanza “alternativa” per le PMI rispetto al credito bancario continua a crescere in Italia, come testimoniano i dati diffusi dalla Banca D’Italia (Relazione Annuale 2022 diffusa a maggio 2023), anche se rimane ben distante dai riferimenti di altri Paesi come la Germania e soprattutto la Francia. Nel 2021 ha mobilitato risorse per oltre € 4,5 miliardi (contro i € 3,2 miliardi del 2020) e il primo semestre del 2022 è andato molto bene, con un flusso record di € 2,6 miliardi. Si tratta di un risultato cui ha contribuito in misura significativa la “mano pubblica” grazie ai capitali investiti direttamente e indirettamente (o garantiti) da istituzioni europee come il Fondo Europeo per gli Investimenti e da enti come Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Italiano di Investimento SGR.

Entrando però nel merito, si cominciano a vedere gli effetti del “vento che cambia”. La raccolta dei fondi dedicati al private capital segna il passo, rallenta la corsa alla quotazione su Euronext Growth Italia, le campagne di crowdfunding raccolgono meno velocemente in confronto al passato. Del resto, siamo in uno scenario del tutto inedito rispetto agli anni recenti. L’inflazione erode i rendimenti reali, i costi dell’energia e delle materie prime hanno creato problemi a molte imprese, il BTp decennale rende più del 4% annuale, offrendo un attrattivo rifugio per gli investitori italiani, già poco abituati a valutare le opportunità offerte dagli investimenti (illiquidi e spesso non quotati) nelle PMI. Le turbolenze dei mercati, date anche dalle incertezze geopolitiche legate alla guerra in Ucraina, gettano ulteriori dubbi sulla crescita futura della finanza alternativa. In questo scenario di maggiore incertezza e rischio, sono le asset class legate all’equity che mostrano segnali di debolezza, mentre corre il debito (direct lending e minibond).

Una possibile chiave interpretativa è legata all’aspettativa che nel breve termine possa ulteriormente restringersi l’offerta di capitale dal mondo bancario, il che potrebbe anche favorire la finanza alternativa come canale “di riserva” e incentivare le PMI a prevenire eventuali gap finanziari futuri cogliendo oggi l’opportunità immediata di ottenere credito dai fondi e attraverso le piattaforme fintech.

Sarà dunque interessante capire se un eventuale (e ovviamente non auspicabile) peggioramento del contesto economico e finanziario potrà frenare la rincorsa della finanza alternativa in Italia rispetto agli altri Paesi UE, oppure rafforzarne il ruolo di strumento addizionale utile per ridurre i vincoli di accesso al capitale per le PMI.

E le imprese cosa devono fare per cogliere le opportunità offerte dal mercato?

Ciò che può fare realmente la differenza in azienda sono sempre le persone, quindi, anche per le PMI, diventa importante acquisire competenze che possono essere offerte da manager con un forte profilo finanziario: manager che siano in grado di gestire un piano finanziario di ampio respiro, che abbiano una visione a 6-12 mesi e oltre, proprio per poter prevenire possibili situazioni di crisi e dare nuova linfa all’azienda anche quando le cose vanno bene.

A cura del Team Finanza e Controllo

Coordinatore del Team: Andrea Spensieri

Vice-Coordinatori: Alessandro Pistagnesi, Stefano Casoni

Contributi tecnici: Alessandro Pistagnesi, Marco Curti, Domenico Tolomeo, Guido Alberto Micci